Genitori, figli e sport
Ecco qualche suggerimento utile per affrontare in modo sereno ed educativo con i genitori l’approccio sportivo dei figli
Focalizzare gli obiettivi educativi:
1. Lo sport diventa educativo quando non è fine a se stesso ma viene interpretato essenzialmente come un “mezzo” di promozione umana, un supporto per una formazione motoria e cognitiva ben strutturata dei ragazzi, che tende più a favorire la spontaneità e le componenti autentiche della personalità che non l’imitazione dei campioni (modelli che non corrispondono in assoluto alle possibilità della maggioranza dei ragazzi).
2. Lo sport, considerato mezzo per educare, è fondato sull’attività come apprendimento, come prova di se stessi, come tentativo e desiderio di modificazione e di miglioramento di sé.
3. Per questo in esso non trovano posto la selezione, l’esaltazione delle èlite, il campionismo fanatico, il divismo, l’agonismo esasperato, il consumismo sportivo, le richieste di prestazioni sempre al limite del possibile e la ricerca spasmodica del risultato immediato.1
Esporre gli obiettivi didattici della stagione sportiva:
la pratica sportiva prevede ovviamente misurazione e valutazioni precise (la vittoria attraverso il bel gioco), che però devono essere relazionate alla soggettività di chi le persegue. Questo significa che la programmazione parte dalla conoscenza dei limiti dei ragazzi con i quali si ha a che fare per raggiungere obiettivi il più possibile personalizzati. (la vittoria dei propri limiti).
Esporre le regole di comportamento :
ci sono delle regole da osservare e vanno presentate come modi non discutibili del comportamento comune e come tracce che regolano l’attività per renderla più efficace.
Il loro rispetto è la condizione indispensabile per qualunque rapporto.
1. regole del gioco (il Fair Play)
? Fare di ogni gara un momento privilegiato di incontro e festa con i coetanei.
? Adattarsi alle regole ed allo spirito del gioco.
? Rispettare gli avversari così come vogliamo sentirci rispettati.
? Accogliere le decisioni dell’arbitro, sapendo che come i giocatori ha diritto all’errore anche se fa di tutto per non commetterlo.
? Evitare la cattiveria, le aggressioni nelle azioni di gioco e nelle parole.
? Non usare artifizi ed inganni per ottenere il successo.
? Tenere un atteggiamento dignitoso ed equilibrato nella vittoria come nella sconfitta.
? Prestare soccorso ad ogni giocatore ferito o comunque favorirlo.
? Essere un ambasciatore della lealtà sportiva, perseguendo con il proprio comportamento i principi su esposti
2. regole di spogliatoio (orari,presenza,convocazioni, igiene…)
3. regole di convivenza (la buona educazione)
Di fronte alla loro elusione un allenatore non può abdicare al suo compito di educatore che è innanzi tutto quello di garante del rispetto delle regole:
? facendo pagare le conseguenze che derivano dal comportamento del ragazzo;
? sempre disponibile e pronto, però, a rispondere a qualsiasi cambiamento positivo del ragazzo stesso.
Farsi accettare come educatore del figlio: non innamorato dei gesti specifici, non malato della cultura dei risultati a tutti i costi, non assertore della specializzazione precoce bensì al servizio dei ragazzi e della loro crescita, presentandosi come figura umanamente credibile e tecnicamente preparato.
Migliorare la cultura sportiva del genitore: far comprendere che l’attività giovanile differisce notevolmente da quella professionistica e non si può valutare con ciò che si è ascoltato alla televisione e letto sui giornali.
Le regole d’oro per il genitore del giovane sportivo
? Stimolare, incoraggiare la pratica sportiva, lasciando però che la scelta dell’attività sia fatta dal bambino
? Instaurare un giusto rapporto con l’allenatore per fare in modo che al bambino arrivino sempre segnali coerenti dagli adulti di riferimento
? Lasciare il bambino libero di esprimersi in allenamento ed in gara (è anche un modo per educarlo all’autonomia)
? Evitare di esprimere giudizi sui suoi compagni o far paragoni con essi: è una delle situazioni più antipatiche che si possono verificare sia per i grandi che per i piccoli
? Evitare i rimproveri a fine gara. Dimostrarsi invece interessati a come vive i vari momenti della gara ed eventualmente evidenziare i miglioramenti. Aiutarlo a porsi obiettivi realistici ed aspettative adeguate alle sue capacità
? Offrire molte opportunità per una educazione sportiva globale. Rispetto degli impegni, delle priorità (la scuola), dei propri indumenti, degli orari, dei compagni, delle autorità, delle regole, dell’igiene personale. Il genitore deve concorrere con l’allenatore a questi obiettivi
? Far sentire la nostra presenza nei momenti di difficoltà: sdrammatizzare, incoraggiare, far vedere gli aspetti positivi. In ogni caso salvaguardare il benessere psicologico del bambino
? Avere un atteggiamento positivo ed equilibrato in rapporto al risultato. Saper perdere è molto più difficile ed importante di saper vincere. Nello sport, come nella vita, non ci sono solo vittorie e dopo una caduta bisogna sapersi rialzare
A metà stagione
? Fare il punto sulla progressione didattica
? Fare osservazioni sul comportamento dei genitori
? Sdrammatizzare e smitizzare successi o sconfitte
? Risolvere eventuali conflitti
? Migliorare la cultura sportiva dei genitori fine stagione
? Analizzare gli obiettivi raggiunti e quelli falliti
? Risolvere eventuali conflitti
? Informare sulla stagione successiva
? Riflessioni sui comportamenti dei genitori